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La gondola, l'intramontabile imbarcazione che da sempre invade i canali più disparati della sfarzosa Venezia, è senza ombra di dubbio il mezzo più distinto e di classe di tutta la laguna se non addirittura del mediterraneo intero. Per quanto il turismo l'abbia del tutto spoetizzata, è qualcosa di davvero unico e inconfondibile, tradizionale ed immortale. Un vero tesoro.

Ma assieme a questa poetica barca c'è qualcosa che ricalca a pieno titolo gli aggettivi usati per la gondola: le scarpe del suo abile barcaiolo, che, come un direttore d'orchestra, la dirige tra le righe del misterioso pentagramma di Venezia. Le furlane, o meglio ancora, pantofole friulane, sono ciò che l'abile gondoliere tradizionalmente indossa, ciò che lo distacca e allo stesso tempo unisce col suo splendido mezzo, lucido e silenzioso, sebbene in contrasto col colore nero ma che al tempo stesso rispetti la barca,mantenendo il piede comodo e confortevole. Una scarpetta pensata meglio di qualsiasi altra, ma soprattutto prima della lista nell'essere chic. Queste "pantofole" dalle fattezze arabeggianti, dai colori vivaci, esaltati dalla brillantezza del morbido velluto e che nella stagione primaverile sono quanto di più perfetto l'uomo abbia potuto creare, sono ancora una rarità tra le strade della mia Milano. Basti pensare alla monotonia che schiavizza i piedi milanesi, ma soprattutto all'abilità che richiedono nel momento in cui le si calza: il sapersi destreggiare tra gli sguardi turbati e andare a braccetto con critiche e risa di coloro che le notano è d'obbligo se le si vuole aggiungere al proprio corredo. E non posso che assicurarvi che gli scrutatori poco aperti al diverso e all'inconsueto sono davvero tanti, tutti piuttosto disinibiti nel proferire parole poco gentili a proposito delle bellissime Furlane. La bellezza irradiante e la loro storia affascinante, la loro comodità senza pari e la loro minimale diffusione. Questi gli elementi che le hanno rese per me oggetto caratterizzante del mio vestiario, nonché enorme fonte di vanto e compiacimento. A prima vista potrebbero essere scambiate per le molto piùcomuni slippers, che sono di mio gusto, ma meritano una distinzione dalle "pantuffe" (così le sentii chiamare la prima volta che le vidi e già allora me ne innamorai). Il loro ecletticità le rende versatili e proprie di un look molto casual, se scelte nei loro colori più divertenti e luminosi, di un look elegante (mantenuto però fresco e d'avanguardia), prese in colori più scuri e più classici. La suola, che come vuole la tradizione è in gomma da bicicletta, che concettualmente può essere scomoda ma che si rivela presto essere impercettibile, rende il loro aspetto leggero, con una sola bordatura definita, stretta e sottile che si perde tra le sfumature del velluto. Il custode di questi piccoli ed unici tesori (e dico unici i quanto creazioni artigiane, quindi mai uguali una all'altra) è un simpaticissimo uomo dai capelli bianchi e lo sguardo vispo e solare, che stimo molto, anche a causa dell'enorme bellezza che passa per le sue mani quotidianamente. Sono suoi i bellissimi negozi stracolmi delle furlanemigliori sul mercato,e di tutte le fogge: shantung, velluto, velluto damascato... Il mio armadio accoglie quattro delle bellissime creazioni Veneziane nei miei colori preferiti e più diffusi dei miei outfit, che vi mostro nella gallery!

Un abbraccio a tutti voi e mi raccomando...se siete indecisi su che scarpe sfoggiare in primavera non abbiate dubbi!!

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