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È incredibile quanto spesso siano i luoghi più nascosti a custodire i tesori più inimmaginabili. È emozionante, infatti, scoprire che dove credevamo regnasse il nulla sia invece racchiuso il genio creativo dell’uomo e ciò che fa di lui un essere stupefacente.

È capitato anche a me di provare un’esperienza del genere durante una gita nei dintorni di Chamonix, che, per chi non lo sapesse, è un paese ai piedi del Monte Bianco. Un giorno d’estate, abbandonati i turisti e loro mete, ho deciso di spingermi oltre, in posti mai visti né sentiti prima. Vagando per la valle sono piacevolmente finito al cospetto di qualcosa di totalmente inaspettato. La cittadina di Cluses, in cui sono arrivato per caso, è la culla di quasi tre secoli di storia, fatta di ingegno, di genialità e di dedizione ad un’unica arte: l’Orologeria. È infatti qui che sorge la rinomata École d'Horologerie, che è tutt'ora attiva, sebbene in campo elettronico e meccanico. Originariamente però l’istituto nacque come manifattura e crebbe a tal punto che diventò uno dei centri primari per la produzione dei movimenti destinati poi ai reali e al mercato svizzero. Come dicevo, la sua storia ha origini lontane nel tempo, infatti la scuola apre per la prima volta i battenti nel 1884, dopo più di un secolo e mezzo dall’arrivo del mestiere nella valle. È infatti dal 1720 che, a causa della neve, gli abitanti della zona, durante l’inverno si dedicano alla fabbricazione di parti di orologi, su commissione di produttori esterni.

Oggi, però, il nome della cittadina non ricorda più nulla a nessuno, eppure il piccolo museo accoglie qualcosa di veramente impensabile. Quattro sale dedicate solamente all’arte dei segnatempo, di cui la prima custodisce la più numerosa ed importante collezione di scappamenti al mondo. Se vi capitasse di visitare il museo, auguratevi di essere da soli: il ticchettio variegato e costante nel buio della stanza è qualcosa di follemente emozionante, in grado di far riflettere e addirittura di commuovere coloro che ne riescono a cogliere la discreta poesia.

Pezzo forte della raccolta è, a mio parere, il leggendario Tourbillon di Breguet, esposto in una versione sapientemente ingrandita e riprodotta dagli allievi della storica scuola. Un’invenzione innovativa e quasi inconcepibile, che ancora oggi non ha grandi rivali e spopola sul mercato degli orologi di lusso. A stupirmi, però, non penso siano stati soltanto gli scappamenti, ma anche la quantità innumerevole di esemplari particolari e davvero interessanti proposti nelle vetrinette. Queste, accanto ad una trentina di orologi da tasca di qualsiasi tipo e foggia, custodivano varie raccolte. Le più incredibili, secondo il mio gusto, avevano come protagonisti lancette e quadranti, tutti di una ricercatezza unica e mai più riproducibile. Qualcosa di quasi impossibile da vedere in giro e bello a tal punto da piangere dalla voglia di possederle.

La produzione degli studenti della scuola però non è riducibile ad una sola sala. Abbandonando quasi con rammarico il ticchettio dei modellini si finisce in un altro universo, molto più aulico ed impegnativo del primo. Nella stanza adiacente a quella degli scappamenti sono infatti in mostra una serie di orologi da camino e non, tutti di dimensioni e stili regali, fenomenali sia dal punto di vista estetico che meccanico. Basti pensare che uno di questi si ricarica con lo scorrimento della cassa su un piano di pietra.

Il salto da un universo all'altro non riguarda però solo i primi due ambienti, ma anche il terzo e il quarto. Dalle regge si passa all'elettronica, con una serie di macchinari e di segnatempo ultra specializzati e precisi tutti alimentati elettricamente. E da questi infine si fa un salto all’indietro per arrivare all'attrezzatura usata per produrli.

Separatomi dalla mia più grande passione, non so dire se mi sono ritrovato più impressionato dai pezzi che ho visto o dal fatto che, se non per caso, le probabilità di scoprire l'esistenza di Cluses sono sostanzialmente nulle. Ma come è possibile non condividere con gli altri un così bel tesoro, e perché tenerlo celato senza farlo conoscere un po’ di più?! La pubblicità legata a questo luogo, che è un’istituzione per l’orologeria mondiale, è davvero nulla, manca perfino una pagina di Wikipedia sull’argomento e questo è ben poco rassicurante. Invece adesso, che sapete che è lì che vi aspetta, se per caso siete nella valle dell'Arve e la cosa vi stuzzica anche solo lontanamente, il mio consiglio è uno ed unico: precipitatevi! Detto questo lascio spazio alle foto e alla bellezza che queste racchiudono, poiché, malgrado i miei sforzi, sono ben più efficaci di me nel renderla.

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